Diario di Bordo: tappa n. 24

Oggi pubblichiamo una puntata speciale del Diario, perché ad esserne protagonista è un ragazzo che si è sempre speso con tutto se stesso per la causa M&G, entusiasta e volenteroso di migliorarsi e di migliorare sempre l’organizzazione societaria mettendo a disposizione le sue competenze e la sua passione. È però per lui giunto il momento di prendersi una pausa dal volley, per motivi strettamente personali, e con questa pagina di Diario (scritta poco prima della sua decisione) ci teniamo a ringraziarlo per il suo impagabile apporto, certi che presto sarà nuovamente tra di noi ad alimentare la più grande passione della sua vita, il volley.
Siete pronti a salire a bordo e a leggere ciò che ha da raccontarci? Bene, ed allora: three, two, one… ignition!


Andrea: il volley a tutto tondo

Benvenuti a tutte le lettrici e a tutti i lettori e grazie di essere saliti a bordo per seguire questa avventura che mi rappresenta.
Vorrei iniziare col raccontarvi cosa significhi per me il mondo M&G: questo universo è tutto; quando esco da lavoro ed indosso la tuta della società è come se iniziassi una missione che è quella di cercare di trasmettere agli altri il più possibile di questo bellissimo sport ma non solo. Essere un componente della M&G rappresenta un importante punto di partenza ed il fatto che ne faccia parte da oramai tre stagioni mi rende orgoglioso.
La mia passione per la pallavolo è iniziata da piccolo: già alle elementari praticavo il vecchio “Minivolley” con un allenatore che è un mostro sacro nelle Marche, ossia Giancarlo Fagiani.
La mia esperienza da allenatore, invece, è cominciata da poco ed ora vorrei raccontarvi due particolari momenti vissuti (non per ordine di importanza ma di tempo): il primo è rappresentato dalla finale che abbiamo disputato con Rapagnano contro Monte San Giusto (io all’epoca ero il secondo di Alessandro Lorenzoni) per la promozione in Serie B2; vi assicuro che vivere una stagione così, all’esordio da allenatore, è stata a dir poco entusiasmante peccato però per il risultato. Il secondo, invece, di caratura molto diversa, è avvenuto l’anno passato: una stagione indimenticabile; mai nella mia vita avrei potuto pensare di avere così tante medaglie in camera e di questo devo ringraziare con tutto il cuore una persona davvero speciale, ossia la mia ragazza che mi ha sempre sostenuto, ma soprattutto la società che mi sta dando la fiducia di far parte di questo meraviglioso gruppo.
Tra la prima e la seconda avventura c’è stata la parentesi alla Sacrata di Civitanova Marche nel settore femminile che sicuramente mi è stata utile sotto altri punti di vista. Sono convinto di una cosa: tutte le esperienze, sia quelle belle che quelle meno belle, hanno sempre qualcosa da insegnarci; niente succede senza lasciarci dentro qualcosa, l’importante è andare avanti e cercare di raggiungere i propri obiettivi facendoci forza dalle vicende vissute.

Con la M&G alleno i giovani e penso che questo sia un ruolo difficilissimo in quanto, come ho sempre creduto, noi coach abbiamo a che fare con dei fogli bianchi e dobbiamo essere bravi ad aiutare ogni ragazzo a scrivere il percorso migliore per lui.
Un altro ruolo che ricopro è quello di responsabile del Video Check e sono certo che anch’esso è comunque un grosso impegno in quanto deve sempre funzionare tutto alla perfezione altrimenti si rischia anche di perdere un’azione fondamentale per l’esito della partita; il Video Check è diventato uno strumento essenziale nel nostro sport!
Oltretutto sono il terzo allenatore della Serie A e ciò mi porta inevitabilmente ad avere a che fare con percentuali, numeri, statistiche: a questo livello sono fondamentali per fare in modo che la squadra sia sempre al top, pronta ad affrontare l’avversario ed anche per sviluppare il lavoro in settimana; cerco di aiutare come posso il nostro “GURU” Gabrio Piozzi ma ne ho ancora di strada da fare.
Sicuramente il mondo del volley si è trasformato nel tempo in quanto è uno sport in continua evoluzione: mi viene da pensare che siano cambiati i fisici degli atleti, i metodi di allenamento, i palloni, ecc. ma allo stesso modo mi sento di poter dire, guardando anche l’ultima Italia maschile ai Mondiali, che la Tecnica la fa sempre da Padrona.

Andrea