Diario di Bordo: tappa n. 6
Riprende oggi il viaggio del nostro “Diario di Bordo”, un viaggio che ci porta alla scoperta di tutto l’Universo M&G sotto varie sfaccettature, aneddoti, punti di vista, racconti; il viaggio riprenderà però sotto una nuova veste redazionale, visto che a curare la rubrica da qui in avanti sarà Lucia Vitali, nuova collaboratrice del settore comunicazione di M&G Scuola Pallavolo ed insegnante di scuola dell’infanzia.
La sesta tappa del Diario di Bordo vede oggi salire sulla nostra “navicella” Alessandro Lorenzoni, allenatore del settore giovanile femminile ma anche della Serie C maschile: una leggenda per la società grottese, che lo ha visto protagonista assoluto come atleta per ben 9 stagioni tra i Campionati di Serie B e Serie A2, portando la squadra a conquistare sia il titolo di Serie B che due play-off scudetto di Serie A2, facendo sognare, insieme ai suoi compagni, tantissimi tifosi. Ora è tornato in società come allenatore, ad insegnare a tanti ragazzi/e, come una vera e propria bandiera, i segreti di uno sport meraviglioso e di cosa significhi viverli sotto questi colori. Ripercorriamo, insieme a lui, la sua splendida storia come atleta ed allenatore della M&G Scuola Pallavolo.
Three, two, one… ignition!
Alessandro Lorenzoni: un viaggio tra due mondi
Caro diario,
in questa nuova e per me insolita veste di scrittore narratore ti racconto cosa mi è capitato in questo anno: per vari motivi, che non sto qui ad elencarti, sono dovuto scendere di nuovo in campo. Hai capito bene… è proprio così… e non nelle ormai consuete vesti di allenatore ma più propriamente in pantaloncini e maglietta! Che dire? La sensazione è stata veramente particolare, anche perché forse nella mia testa non ho mai smesso di giocare e non ti nascondo che, se ci fossero le condizioni per potersi allenare ancora con continuità alla mia età, mi piacerebbe farlo nuovamente. È sempre una sensazione bella, eccezionale per me che l’ho fatto per tanti anni, soprattutto riviverlo in questa società, che sai cosa rappresenta per me. Con questa società, o meglio questo paese, c’è stata la mia definitiva consacrazione da giocatore perché dopo le giovanili a Genova e le cinque stagioni di A2 ad Asti, dove ho mosso i primi passi in categorie importanti, a Grottazzolina ho vissuto le più belle esperienze arrivando dalla Serie B alla promozione in A2 e, addirittura, a giocare per ben due volte una finale playoff per andare in A1; “Grotta” rappresenta quindi proprio la mia definitiva crescita globale sia come giocatore professionista, da dove poi sono riuscito a fare un’ottima carriera, come uomo e persona.
Dallo scorso anno qui ho anche ripreso la mia carriera di allenatore, guidando le ragazze dell’Under 16: il gruppo è cresciuto molto e, ad oggi, riescono a tenere testa a quasi tutte le squadre contro cui giocano e di ciò ne vado davvero orgoglioso. Ricordo che l’anno scorso siamo partiti riuscendo a vincere solo qualche set mentre in questa stagione teniamo testa a tutte le squadre che incontriamo cogliendo importanti vittorie sia in Under 16 che in Seconda Divisione; la crescita c’è stata ed è sicuramente importante, anche se da gennaio abbiamo avuto qualche intoppo fisico con dei problemi non legati al Covid-19: il gruppo ne ha risentito ed alcuni risultati son stati per tale motivo un po’ deludenti ma non per questo ci stiamo facendo prendere dallo sconforto. Insieme alle ragazze che seguo stiamo attraversando una fase delicata della loro età, alcune devono decidere “cosa fare da grandi”, approcciando gli allenamenti in modo diverso se desiderano fare il definitivo salto di qualità: qualcuna sicuramente lo farà, altre, per riuscirci, dovranno impegnarsi di più. Spero chiaramente che proseguano tutte nel miglior modo possibile in qualsiasi maniera intendano approcciarsi alla pallavolo, chi più professionalmente chi a livello dilettantistico, ma sono certo che lo continueranno a fare perché la passione per questo sport in ciascuna di loro è tangibile e forte. È ovvio che quest’età è piuttosto particolare, alcune ragazze avranno magari degli altri progetti di vita ma molte sicuramente hanno delle buone qualità per poter andare avanti e farlo con più professionalità.
Oltre ad allenare l’Under16 femminile, guido la Serie C maschile con cui appunto son sceso nuovamente in campo; devo dire in sostanza che la pallavolo è una e non ci sono dunque differenze tra allenare maschi o femmine. È ovvio che le qualità fisiche negli uomini la fanno sembrare differente perché comunque si vede già dalle categorie più basse che una schiacciata maschile è diversa da quella femminile, e così via per altri aspetti fisici che sono sotto gli occhi di tutti; tuttavia nelle donne esiste ancora una componente dove, con un’ottima tecnica, riesci a sopperire al fisico e forse anche ad ottenere buoni risultati pur non essendo magari altissima. Le principali differenze quindi sono queste perché poi a livello di gioco il femminile negli ultimi anni è cresciuto tantissimo; io, venendo dal maschile, ho ben chiaro quel concetto di volley, perciò cerco di proporre una pallavolo “maschile” anche alle ragazze. Le difficoltà più grandi sono soprattutto quando proponi cose maggiormente difficili e, in particolar modo, le ragazzine più piccole dicono di non riuscire ad eseguirle; i blocchi, però, son più che altro mentali, in quanto le donne, ad oggi, riescono a fare le stesse cose che fanno gli uomini ed in certi casi anche con dei risultati migliori.
Son davvero contento di queste esperienze che sto vivendo: spero di aiutare tutti i ragazzi, sia i più grandi della Serie C che le più piccoline dell’Under 16 e dell’Under 13 a crescere al massimo e, nel frattempo, ogni tanto mi rivedrai di nuovo scendere in campo, promesso!
Alessandro