La salvezza anticipata arriva… dagli altri campi!

Lo avevamo detto ieri sera in chiusura di intervista a caldo post match: la salvezza matematica non può ancora essere festeggiata. Mancava infatti l’esito finale di Reggio Emilia, che ancora strozzava in gola l’urlo liberatorio in casa Videx Yuasa.
Attorno alle 21, tuttavia, mentre i ragazzi erano in procinto di ripartire da Cuneo dopo una mesta sconfitta, arriva la gioia: Reggio Emilia va sotto 2-1 nella sfida interna contro Ravenna (prossimo avversario di Grottazzolina), e non potendo ormai più conquistare i tre punti certifica di fatto, con due giornate di anticipo, la salvezza matematica per la formazione allenata da coach Massimiliano Ortenzi.
Una salvezza voluta, agognata, ad un certo punto della stagione anche sofferta, ma meritata, per un gruppo che (come del resto tante altre squadre di questo torneo) ha dovuto affrontare i suoi problemi, ma ne è uscita fuori con tigna, orgoglio, passione e capacità.
Una salvezza, soprattutto, tutt’altro che scontata, perché se arrivare ad essere annoverati tra le migliori 24 società di pallavolo maschili d’Italia è stato lungo, difficile e tortuoso, mantenersi in questa élite lo è ancora di più, specialmente in un contesto di altissima competitività e con un budget tra i più contenuti della categoria.

Ci sarà modo di tracciare bilanci, ma non è certo compito dello scrivente né questa è la sede o il momento per farlo, dato che mancano ancora due giornate con sei punti in palio e tutto può ancora accadere. C’è però da gioire, e tanto, per il mantenimento di una categoria prestigiosa quanto difficile, e dirlo il 20 marzo (giornata internazionale della felicità, il destino a volte fa davvero giochi strani…) è ancor più motivo di sorriso e di orgoglio, soprattutto se ripensiamo alle premesse iniziali in cui c’è sempre stata piena consapevolezza, da parte di tutti, di dover lottare sino all’ultimo pallone e punto disponibili, per questo fondamentale obiettivo.

Anche quando eravamo in posizioni più nobili, da parte di tutti c’è sempre stata grande attenzione agli specchietti retrovisori, al guardarsi le spalle in un campionato che livellato è dir poco. E, di contro, anche nelle difficoltà più nere, mai è mancato il sorriso e la serenità nel gestire situazioni anche complicate, con lo spirito giusto e senza volersi snaturare: semplicemente si è fatto tutto ciò che si poteva per non avere rimpianti. Ed è andata bene.
Ora c’è però da chiudere al meglio la stagione, con un finale ancora tutto da scrivere e soprattutto con la possibilità meravigliosa di giocarsi le due partite che mancano con la mente libera. Dici niente…