
Alla fine di tutto rimaniamo NOI
Cosa è un vero viaggio se non un modo per scoprire il superfluo e l’essenziale? Cosa è un vero viaggio se non il modo per diventare ancora di più noi stessi? Vale per ogni viaggio: di vacanza e di lavoro, fisico e immaginario, lungo sentieri battuti o inediti, nella vita di tutti i giorni o tra le pagine di un romanzo, dentro e fuori un palazzetto, da genitore e da figlio, da atleta e da allenatore, da dirigente e da volontario, da tifoso e da cronista. E cosa succede quando quel viaggio arriva alla fine? Arriva una qualche nostalgia, che si prende la scena abbandonata da emozioni forti e adrenalina. Una nostalgia che, a volte e a tratti, sa essere così insopportabile da doverla sedare o dopare con la frenesia di nuovi, spesso forzati, inizi. E così si perde la possibilità di so-stare. Mentre in fondo, saper affrontare quella fine vuol dire ragionare sul fatto che ne sia valsa la pena, su ciò per cui è valsa davvero la pena e per cui varrà la pena da ora in avanti, come magari non si pensava o non si sapeva prima di partire.
Arriva di nuovo l’estate e alle spalle ci lasciamo un viaggio speciale, targato Superlega, inedito, storico, unico e ineguagliabile, che ha attraversato quattro stagioni: quella estiva dell’attesa eccitata, la quale ha affidato velocemente il testimoneal fascino inebriante dei colori autunnali e alla fatica insperatadelle tante foglie cadute, più del previsto, per poi vivere un inverno che ha covato rinascita, ben prima di una primavera che ha visto sbocciare tutto. Una prima volta fatta di tante prime volte, un sogno che invoca un miracolo e diventa realtà, un’avventura che si fa storia, quel che sembrava diventare impossibile che si rovescia nella meraviglia del più che possibile. Cosa ci ha lasciato questo viaggio? Che ci ha detto di noi, di questo nostro territorio, della nostra comunità, dei nostri talenti e dei nostri limiti, e perché no, dei nostri difetti? Abbiamo il desiderio e il coraggio di guardare negli occhi la fine di questo viaggio e capire per cosa è valsa la pena? O questo ci spaventa, per cui serve solo ingozzarsi di nuovo, buttarsi a capofitto nel prossimo futuro?
Alla fine di tutto rimaniamo noi e le nostre relazioni fondamentali, e persino lo sport, questa passione speciale, può aiutarci a capire chi siamo davvero e quali sono quei legami essenziali. Vale per ciascuno e vale per la M&G, che – è vero – ha già ampiamente seminato per la prossima stagione, ma, in fondo, alla fine del viaggio di questa stagione indimenticabile – guarda caso – ritrova se stessa, in spiaggia, al cospetto del mare, perché ritrova quel numero incredibile di ragazze e ragazzi pronti a trascorrere pomeriggi di caldo e sudore, musica e scherzi, costumi impanati e corpi in trasformazione, ai quali regalare un motivo in più per innamorarsi dell’estate, ma magari, anche, un motivo in più per saper affrontare, insieme, i prossimi autunni, inverni e primavere. E, aiutando loro, finisce così per aiutare se stessa, non dimenticandosi la natura e la ragione che muove tutto, che non è il palcoscenico più prestigioso della ribalta, ma quello più nascosto e invisibile di un grazie, un messaggio, uno sguardo, magari abbronzato, che il sole fissa per sempre.
Buona estate: che sia un bel viaggiare e un bel sostare.
Con queste righe si chiude l’esperimento di questa stagione, una rubrica che per me è riuscita a essere insieme una prima volta e un ritorno: ringrazio chi ha dedicato qualche attimo a leggere questi pensieri sparsi e ringrazio la M&G per aver avuto il coraggio di ospitarli, ma soprattutto ringrazio Valerio, di cuore (lui sa perché).
Luca Alici
In&Out.
Parole, pensieri, storie.
Dentro e fuori dal campo.