Diario di Bordo: tappa n. 4

Nella quarta tappa di Diario di Bordo lasciamo il timone della navicella a Marco, genitore e dirigente del nostro settore giovanile, già protagonista della prima tappa di questo nuovo viaggio comunicativo. Stavolta però, con lui alla guida, a riempire le pagine del diario di bordo sono le ragazze del settore giovanile femminile. Abbiamo chiesto loro di raccontarci da dove nasce la passione per la pallavolo, ne sono venute fuori pagine meravigliose e tutte da raccontare. E lo faremo in più tappe, per goderci meglio le loro storie. D’altronde la navicella non è grandissima, e visto il periodo è meglio evitare assembramenti. Buon viaggio Marco, benvenute a bordo ragazze! 
Three, two, one… ignition!

SARA M.
Caro diario, sono Sara M., ho 11 anni e vivo a Montegiorgio.
All’età di 6 anni, mio padre e lo zio di un amico mi hanno fatto conoscere questo sport, ma non pensavo di arrivare fin qui. Sono 5 anni che frequento il gruppo della M&G Videx, iniziando dapprima col minivolley e poi ora nel gruppo Under 13/14.
Sin dal primo giorno mi sono appassionata molto alla pallavolo, gli allenamenti mi piacciono e mi trovo bene con tutto il gruppo, spero e credo proprio di continuare a praticarlo.
Ho avuto l‘esperienza di giocare in campo le partite disputate nel corso del 2020 presso le palestre dei comuni limitrofi e l‘emozione di stare in campo è tantissima, ma anche dalla panchina si respira un’aria di incitamento per le compagne che sono in campo.
L’esperienza di gioco in gare ufficiali, ma anche negli spogliatoi sia durante gli allenamenti che in occasione delle partite mi danno tanta soddisfazione, perché mi piace fare squadra e penso che anche le mie compagne si trovino bene con me.
Amo questo sport e penso di continuare in futuro a praticarlo e cercare sempre di migliorare e dare tutta me stessa per essere una brava giocatrice.
Se potessi consiglierei questo sport a tutte le mie amiche, perché si impara una disciplina ma anche perché c’è il rapporto umano e solidale che si instaura facendo SQUADRA… e sinceramente a me piace molto il fatto di essere tutte unite e di condividere sia gioie che malumori, in campo riusciamo ad essere solidali e incoraggiarci l’una con l’altra.

ANNA K.
Come nasce la mia passione per la pallavolo? Semplice! C’è sempre stata. Sin da piccola ho provato attrazione per ogni cosa che riguardasse la pallavolo: il pallone, le partite… C’è però un momento in cui la voglia di giocare a pallavolo mi consumava da dentro, cioè quando mia sorella, che ha iniziato poco prima di me, tornava a casa dagli allenamenti e diceva: “Mi sono divertita troppo, ho imparato molte cose nuove, è stato bellissimo…”
Questo mi ha dato una spinta per cominciare. Adesso mi sento in debito con lei perché alla fine di ogni allenamento ne voglio ancora, dopo ogni palleggio, bagher, attacco o battuta voglio farne un altro, dopo una partita voglio giocare ancora… Quando torno a casa dopo gli allenamenti racconto ogni singolo dettaglio sia dei miei successi che dei miei errori… Si ho detto proprio errori! Perché la pallavolo non è solo divertimento, ma essa ci aiuta a crescere, a migliorare e a fare gioco di squadra. Infatti, una delle cose più importanti della pallavolo sono le compagne di gioco. Con loro fai amicizia, con loro giochi, con loro puoi parlare di tutto, diventano come una seconda famiglia, oltre ad essere fondamentali per il gioco, perché come fa uno schiacciatore ad attaccare senza l’alzatore e viceversa? Insomma, la pallavolo è tutto ciò che si cerca: avventura, amicizia, gioco di squadra, forza, famiglia, scuola…
E’ come una droga, ma positiva! Una volta che la provi, non puoi più farne a meno!

ALINA K.
Durante la mia infanzia ho praticato moltissimi tipi di sport come nuoto, ginnastica artistica, equitazione, arrampicata, ma nessuno di essi mi dava quello che ricevevo dalla pratica della pallavolo. Quella sensazione di gioia, di libertà accompagnate dalle cadute, dalle sudate… sono un mix straordinario. La mia passione è nata solo un anno fa, quando ho toccato per la prima volta una palla da pallavolo nel campo della palestra di Grottazzolina. All’inizio avevo paura del giudizio degli altri (perché ero veramente scarsa!!!) e di sbagliare, ma appena iniziato il mio primo allenamento quella sensazione orribile lasciò il posto alla determinazione e all’allegria. La cosa che preferisco della pallavolo è sicuramente il legame che si crea tra i componenti di una squadra. Si diventa una cosa sola. In questo periodo di “quarantena” l’unica cosa che mi permette di scaricarmi e di essere felice è sicuramente la pallavolo. Il pomeriggio corro a fare la borsa, pronta per precipitarmi al mio allenamento che mi regala sempre tante emozioni. Le due ore che ci troviamo nel campo volano via e passano così in fretta che neanche me ne accorgo.
Quando qualcuno mi chiederà “perché hai scelto la pallavolo?”, io risponderò che è il mio sport, la mia passione e un modo per staccarmi dalla realtà e concentrarmi su un mio mondo il cui centro è una palla rotante che, con una schiacciata, finisce nel campo avversario.

VIRGINIA C.
Come nasce la mia passione per la pallavolo? Si può tranquillamente dire che nasce per caso, diversi anni fa.
Avevo 6 anni ed ero iscritta ad una scuola di danza già da un paio d’anni, pensavo di ballare fino alla vecchiaia. Poi durante l’estate, non so perché, ma ho cominciato a pensare di cambiare sport. I miei genitori mi consigliarono uno sport di squadra per le ragioni che credo tutti consigliano, ovvero il rispetto, la collaborazione, l’integrazione, valori che solo un gioco di gruppo può insegnare davvero. Caso ha voluto che proprio in quei giorni a casa arrivò una busta indirizzata a me… conteneva un invito da parte della società a partecipare a vari incontri di prova in palestra. Pensate ad una bambina di 6 anni che si vede recapitare un invito personale, non potevo mancare!
Ricordo perfettamente il primo allenamento e l’entusiasmo con cui Francesco (Pison ndr) accolse tutti noi bambini. Forse è stato il senso di libertà provato all’interno di quel palazzetto che a me sembrava enorme, forse il mix di allegria e imposizione delle regole che sempre Francesco riusciva a conciliare con tanta naturalezza, alla fine ho deciso che avrei continuato con questo sport. Da lì è stato un crescendo di eventi che mi facevano capire di aver fatto la scelta giusta: i giochi tutti insieme, i primi palleggi a coppie fino alle prime partite.
C’era sempre Francesco che vigilava su di noi e posso tranquillamente affermare che devo a lui il fatto che la passione per la pallavolo si sia fatta sempre più strada dentro di me. Un ragazzo che per me, anzi per noi perché nel frattempo si è formato il gruppetto di ragazzine che ora è la squadra Under 15, è stata una figura fissa di riferimento anche quando non era più il nostro allenatore, durante l’appuntamento fisso con il VolleyVille o nei pomeriggi del beach. Sarebbe proprio una storia fantastica se come Francesco riuscissi un domani a fare della mia passione un lavoro e se, ancora meglio, questa passione riuscissi a passarla a qualche altro piccolo pallavolista.
Intanto mi concentro sul presente cercando di apprendere il più possibile dai miei attuali allenatori per migliorare in campo, ma soprattutto di prendere e dare molto alle mie compagne perché essere una squadra è davvero una cosa bellissima.

GIORGIA M.
Ho cominciato a praticare questo sport all’età di 6 anni. Prima della pallavolo mia mamma mi portava in piscina ma non ero affatto contenta. Fin da piccola vedevo infatti partite di pallavolo sia in televisione, sia al palazzetto, per via della passione smisurata di mio padre.
Ho cominciato dal minivolley, dove giocavo soprattutto con i maschi, ma a me non interessava nulla… per me contava solo giocare! Dallo scorso anno ho iniziato a giocare con le ragazze dell’Under 13, e fin da subito mi  sono trovata molto bene e ho fatto amicizia con tutte. Ora non siamo solo compagne di squadra ma anche amiche.
L’anno scorso ho giocato le partite di campionato; la mia prima partita è stata a Monte Urano e non pensavo proprio di scendere in campo… invece ho fatto la prima battuta della partita. Il mio giocatore preferito è Bruno, palleggiatore brasiliano; fino all’anno scorso, quando giocava con la Lube Civitanova, mi ispiravo a lui perché è un campione ma anche umile e sempre disponibile con i tifosi. Oltre a lui stimo due giocatori della nostra Serie A3: Riccardo Vecchi e Francesco Pison, sono due ragazzi a cui devo molto e uno di loro è stato mio allenatore nel minivolley. Agli allenamenti ci divertivamo molto e io ero sempre l’ultima a lasciare il campo. Li conosco da quando ho iniziato a giocare a pallavolo e ancora oggi vado a vedere le loro partite.