BEACH VOLLEY YOUNG ACADEMY, DIECI ANNI ALLA RICERCA DELL’ECCELLENZA.

Quando Massi mi ha chiesto di scrivere questo editoriale, ho pensato quale potesse essere un modo originale per raccontare dieci anni di straordinaria attività chiamata Beach Volley Young Academy. Ho pensato che i numeri sono importanti, soprattutto quando, come in questo caso, sono numeri che raccontano una crescita costante e vertiginosa nel corso degli anni; ma ho pensato anche che i numeri a volte annoiano, appiattiscono storie interessanti celandole dietro mere statistiche.

Così ho voluto raccontare The Summer X-perience (così si è deciso di chiamare questa straordinaria decima edizione dell’Academy) in una maniera davvero diversa dal solito, cancellando tutti i numeri e dando spazio al cuore, alla passione ed ai ricordi. Alla fine l’editoriale non l’ho scritto PER Massi, l’ho scritto CON Massi, chiedendogli di mostrarmi un lato diverso di sé, forse meno conosciuto ma non meno interessante; non gli ho chiesto di raccontarmi l’eccellenza (perché in questo momento, lo dico senza il timore di essere smentito, l’Academy rappresenta una assoluta eccellenza), ma come si è arrivati all’eccellenza.

“In questo momento prevale in me un senso di assoluta gratitudine verso le tante persone che hanno contribuito in maniera determinante alla creazione, ma soprattutto alla crescita di questo progetto: i collaboratori tecnici che in questa decade hanno condiviso con me gran parte delle loro estati, l’amministrazione di Porto San Giorgio per aver creduto subito a questa idea utopica, lo Chalet Coco Loco per averci supportato e sopportato negli anni, gli sponsor e le aziende che ci appoggiano perché ci consentono di fare attività di altissimo livello a prezzi decisamente contenuti, le società e con esse i genitori, per averci affidato i loro ragazzi con fiducia cieca ed incondizionata, aldilà di qualsiasi campanilismo.”

Anni fa l’astronomo e scienziato statunitense Sagan disse: “E’ meglio accendere una candela piuttosto che maledire il buio”. Questa massima mi accompagna spesso nel mio lavoro di tutti i giorni quando approccio un problema del quale mi viene chiesto di trovare una soluzione. Ecco io penso che sia stato esattamente questo il merito di Massi quando dieci anni fa fu creata l’Academy: in mezzo ad una miriade di gente che si lamenta della scarsità di iniziative estive dedicate ai ragazzi, Massimiliano ha preferito “accendere una candela” e fare qualcosa di concreto. Perché se è vero (come in effetti è) che il viaggio verso l’eccellenza è un viaggio che non finisce mai, è altrettanto vero che alcune persone non muovono mai il primo passo per iniziarlo. Al che io chiedo a Massi, aldilà dei ringraziamenti, cosa lo rende effettivamente più fiero di quello che è diventata oggi Beach Volley Young Academy. Mi risponde senza alcuna esitazione: “il fatto di essere riusciti, col tempo e con tanta pazienza, a far capire a tutti che non si trattava di una scuola per forgiare campioni di beach volley, ma di un fatto sociale. La vera portata dell’accademia sta nel fatto che i ragazzi magari passano ore a giocare a carte anziché a tuffarsi sulla sabbia, ma in ogni caso in quelle ore socializzano, interagiscono e fanno amicizia, parlando di persona anziché tramite i social, giocando viso a viso anziché tramite la Playstation.”

Mi sorprende Massi quando gli chiedo dove mai potrà arrivare l’Academy se proseguirà con questo trend di crescita costante: “Onestamente non lo so, perché in questo momento l’Academy ha assunto esattamente la connotazione che sognavo. Hai presente quando hai a disposizione un locale vuoto e hai in testa l’idea precisa di come vorresti che fosse una volta arredato? Ecco… noi anno dopo anno abbiamo aggiunto gli elementi di cui avevamo bisogno, abbiamo perfezionato di qua e di là, fino ad arrivare all’attuale configurazione che è esattamente quella che avrei voluto. Per cui se mi chiedi cosa farei per migliorarla ancora in questo momento non saprei cosa risponderti”.

Conoscendo Massi questa cosa mi suona strana, impossibile che un vulcano di idee come lui si senta appagato, non lo accetto. “Non è questione di appagamento, guai al mondo, ma di estrema soddisfazione per un lavoro sfiancante, lungo un decennio, che finalmente ha portato alla chiusura del cerchio.” Una spirale Massi, lo correggo, perché il cerchio è una figura chiusa e perfetta, per definizione. Mentre l’Academy non è affatto chiusa, né tanto meno perfetta. La spirale, infatti, nella sua imperfezione ha un vantaggio rispetto al cerchio… non ha una fine! George Fisher sosteneva che “quando si mira alla perfezione, si scopre che è un bersaglio in movimento”; sono d’accordo, e lo è anche Massi. Guai a parlare di perfezione dunque, se questa esistesse non ci sarebbero le matite con sopra la gomma. Però in questo momento l’Academy è finalmente arrivata a quella condizione per cui è più efficace cambiare 100 cose dell’1% rispetto al cambiare 1 cosa del 100%. Un grande traguardo, senza ombra di dubbio.

Al che gli sottopongo il quesito più difficile di tutti, costringendolo a ringraziare qualcuno in particolare (so che lo odia, voglio metterlo in difficoltà): “E’ veramente difficile fare un nome, preferirei evitare per non dimenticare qualcuno. Ma se mi costringi ti dico Francesco (Pison ndr), senza il quale quest’anno non sarebbe stato tutto così perfetto. Lo scorso anno insieme a Laura Sbrolla abbiamo pensato di allargare il format con il modulo ‘Non Più Young’, quest’anno ho voluto aggiungere anche il ‘Mini-Beach Volley Academy’. Francesco ha dedicato tantissimo tempo a portare avanti tutte queste iniziative e senza il suo supporto onestamente quest’anno sarebbe stata dura arrivarle tutte.”

E invece ci si è riusciti ed alla grandissima, merito di tanti, merito di tutti. The show must go on…